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CAMBIAMENTO CLIMATICO: l'urgenza di scegliere insieme
Il bilancio ambientale al centro delle scelte e unico strumento di sviluppo
:
° Molti capi di stato e pochi impegni per il cambiamento climatico.
° Gli ultimi dati sul cambiamento climatico
° la prima Conferenza Mondiale su Clima e Salute organizzata dall’ONU
° L’ O.M.M. (Organizzazione Metereologica Mondiale) comunica concentrazioni record di gas serra nell’atmosfera
° Oggi l’umanità usa l’equivalente di 1,3 pianeti ogni anno
° 5.500 morti al giorno a causa del lavoro
° Nel 2013, il numero di migranti internazionali nel mondo ha raggiunto i 232 milioni
° La spesa totale in armamenti nel 2013 ha superato 1.747 miliardi di dollari
° Le popolazioni di numerose specie di animali vertebrati si sono più che dimezzate in soli 40 anni

UNA SOLA SCELTA POSSIBILE:
INVESTIRE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA FABBRICA GLOBALE:
SISTEMA AMBIENTE: il sistema del BILANCIO AMBIENTALE
http://www.sistemaambiente.net/news/ITa/Bilancio_Ambientale.htm



Organizzazione delle Nazioni Unite

Molti capi di stato e pochi impegni per il cambiamento climatico.
Si è svolto alle Nazioni Unite il più grande raduno di capi di stato (120 dirigenti mondiali) mai organizzato per il cambiamento climatico, il giorno successivo di una gigantesca manifestazione nelle strade di New York e delle principali capitali.
L’obiettivo è di rilanciare i negoziati in vista dell’incontro che si svolgerà a Parigi nel dicembre 2015.
Il segretario dell’ONU Ban Ki Moon ha chiesto di mantenere la promessa fatta di finanziamento del Fondo Verde per il clima, che deve contribuire agli investimenti di adeguamento per i paesi non sviluppati: a Copenhagen, dove poco si era concluso, i governi si erano impegnati a finanziare 100 miliardi di dollari all’anno. La risposta di pochi paesi, tra cui Francia, Corea del Sud, Messico, Norvegia e Svizzera è stato l’impegno per 1,3 miliardi di dollari.
Ha chiesto inoltre di fissare un prezzo per le emissioni di carbonio.

Più di 130 governi e organizzazioni si sono impegnati a dimezzare la deforestazione entro il 2020 e di porvi termine nel 2030. Questi organismi hanno adottato una “Dichiarazione sulle Foreste” che sollecita anche la ricostituzione di 350 milioni di ettari di foreste e di terre agricola, cioè una superficie vasta come l’India.
Nel campo dell’agricoltura, più di 20 governi e 30 organizzazioni hanno annunciato di aderire all’Alleanza Mondiale per il clima e una agricoltura intelligente, costituita recentemente con l’aiuto della FAO e di alcuni paesi donatori tra cui la Germania.
I sindaci di più di 2.000 città del mondo hanno stretto un patto per ridurre le emissioni a effetto serra di 454 megaton entro il 2020.

La conferenza di Parigi, con l’assenza di impegni negoziali che coinvolgono le grandi nazioni rischia di toccare il punto più basso di ricettacolo di impegni nazionali sparsi senza impegni internazionali vincolanti.

Intergovernmental panel on climate change: rapporto Climate Change 2014

Gli ultimi dati sul cambiamento climatico
L’IPCC (Intergovernmental panel on climate change) ha comunicato il rapporto “Climate Change 2014: Impacts, Adaptation, and Vulnerability” nella 10a sessione di lavoro del II Gruppo (WGII-10) che si è svolta dal 25 al 29 marzo 2014 a Yokohama in Giappone.
http://ipcc-wg2.gov/AR5/images/uploads/WG2AR5_SPM_FINAL.pdf

L'influenza umana sul sistema del clima è chiara. Questo rapporto vuole verificare quanto questa influenza della attività umana costituisce una " interferenza pericolosa" e si propone una stima dei rischi, così come evidenzia i benefici potenziali che potrebbero esserci da misure per tagliare emissioni a effetto serra:
1) Ogni singolo sistema è minacciato: gli ecosistemi e le culture sono già a rischio per il cambiamento climatico. Il numero di ecosistemi con rischio di conseguenze gravi aumenta con l’aumento di 1°C. Molte specie e sistemi con scarse capacità di adattamento sono esposti ad un alto livello di rischio con l’aumento di 2°C, in particolare il mare e il ghiaccio Artico e le barriere coralline.
2) Eventi climatici estremi: Già oggi il cambiamento climatico aumenta il rischio di eventi estremi, come le onde di calore, le precipitazioni estreme, le inondazioni costiere, e aumenta notevolmente con 1°C supplementare di calore. I rischi estremi contribuiscono ad aumentare ulteriormente il surriscaldamento.
3) Distribuzione degli impatti: I rischi sono in generale distribuiti in modo uniforme, ma sono maggiori per le persone svantaggiate e nei paesi a tutti i livelli di sviluppo. La diminuzione della resa delle culture e della disponibilità di acqua, arrivando ai 2°C supplementari, crea dei rischi elevatissimi.
4) Gli impatti aggregati globali: a causa dell’incremento di 1–2°C, sono minacciate la biodiversità e l’economia globale. Una ampia perdita di biodiversità associata alla perdita di beni e servizi ecosistemici si determina avvicinandosi all’incremento di 3°C di temperatura.
5) Effetti su larga scala di singoli eventi: Alcuni sistemi fisici ed ecosistemi possono essere a rischio di un brusco e irreversibile cambiamento. Già l’incremento di temperatura tra 0–1°C, danno segni premonitori che entrambe le acque dell’Artico e delle barriere coralline provocano un cambiamento di clima irreversibile. I rischi aumentano in modo sproporzionato con l’aumento della temperatura tra 1 e 2°C e sono imprevedibili avvicinandosi a 3°C, a causa dell’irreversibile innalzamento del livello del mare e della perdita dello strato di ghiacci.

· Molti rischi del cambiamento climatico globale sono concentrate nelle zone urbane
· I principali impatti incidono sul futuro rurale nel breve termine e non solo sulla disponibilità e la fornitura di acqua, ma sulla sicurezza alimentare, sui redditi agricoli, comprese le zone di produzione di colture alimentari e non alimentari in tutto il mondo.
· Per la maggior parte dei settori economici, in conseguenza dei cambiamenti climatici, si prevede che saranno grandi gli impatti per la migrazione della popolazione, la composizione per età, il reddito, la tecnologia, i prezzi relativi, lo stile di vita, l’organizzazione sociale e la governance.
· Anche se è difficile stimare l’impatto economico globale.
Il documento contrappone anche i grandi miglioramenti per la salute ottenuti con lo sviluppo sociale e i progressi che si possono ottenere nei paesi poveri ed i grandi investimenti fatti nella medicina preventiva con la vulnerabilità creata dal cambiamento climatico che può far decrescere fortemente i risultati raggiunti.

Il rapporto documenta l'evidenza che riducendo le emissioni di sostanze inquinanti come metano e carbone nero non solo il riscaldamento può essere più lento, ma potrebbe evitare 2-2.5 milioni di morti ogni anno, globalmente.
Valutando in termini economici, i guadagni di salute associati con la mitigazione potrebbero compensare molto il costo per la riduzione delle emissioni a effetto serra.

Organizzazione Mondiale della Salute
Si è conclusa a Ginevra, la prima Conferenza Mondiale su Clima e Salute organizzata dall’ONU (27-29 agosto 2014), con la collaborazione della O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) e della O.M.M. (Organizzazione Meteorologica Mondiale)
L'inquinamento atmosferico nel 2012 è stato responsabile per 7 milioni di morti, uno su 8 di tutti i decessi a livello mondiale
Parallelamente causa siccità e influisce sulla fornitura di acqua potabile compromettendo l'igiene e aumentando il rischio di malattie diarroiche, che uccidono 2,2 milioni di persone ogni anno. E ancora la variazione di precipitazioni, secondo le stime, diminuiranno la produzione di alimenti del 50% entro il 2020 nelle regioni più povere, aumentando malnutrizione e denutrizione, responsabili di 3,5 milioni di morti ogni anno.
Le malattie che si sono dimostrate più sensibili ai cambiamenti climatici sono il colera, la malaria e la dengue e l'OMS sottolinea quanto sia importante agire ora per proteggere la salute nel presente e il futuro
l cambiamento climatico sta già causando decine di migliaia di morti ogni anno a causa degli eventi meteorologici estremi, come ondate di calore e inondazioni, e dal degrado delle risorse idriche, dei servizi igienico-sanitari, e per l'impatto sull’ agricoltura, secondo i più recenti dati dell'OMS.

Vedi la sintesi in italiano di Loredana Musmeci dell’Istituto Superiore di Sanità:
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_1645_listaFile_itemName_1_file.pdf
Vedi l’Atlante della salute e del clima in versione inglese
Atlante della salute e del clima
Esiste anche in versione francese, spagnolo, cinese, arabo e russo.

Bollettino della Organizzazione Mondiale Meteorologica
Più di 400 esperti meteorologici, scienziati e ricercatori da 40 paesi si sono incontrati a Ginevra per EUMETSAT 2014 (Conferenza Meteorologica Satellitare).
L’ O.M.M. (Organizzazione Metereologica Mondiale) comunica concentrazioni record di gas serra nell’atmosfera.
Inoltre il mare si sta acidificando ad una velocità che non si è mai verificata in 300 milioni di anni. Gli oceani infatti hanno una funzione di (grazie alle alghe ed ai microrganismi) di assorbimento e riduzione della CO2 dell’atmosfera. I dati dimostrano che stanno raggiungendo la saturazione.

Le emissioni di diossido di carobonio sono aumentate del 2,3% nel 2013.
Diossido di carbonio incide per l'80% del 34% di aumento nella forzante radioattiva di emissioni a effetto serra tra il 1990 e il 2013, in base all'indice annuale dell'Amministrazione Oceanica U.S. e dell'Amministrazione Atmosferica (NOAA).
Le emissioni sono aumentare del 61% rispetto al 1990 (punto di riferimento di Kyoto)

Nel periodo giugno-agosto 2014, la temperatura media sulle terre emerse e sull’oceano era nettamente superiore a quella del 20° secolo.
https://www.wmo.int/pages/index_en.html

Global Footprint Network impronta ecologica
Oggi l’umanità usa l’equivalente di 1,3 pianeti ogni anno. Ciò significa che oggi la Terra ha bisogno di un anno e quattro mesi per rigenerare quello che usiamo in un anno.
Ciò significa investire in tecnologia ed infrastrutture che permettano di operare in un Mondo dalle risorse limitate. Ciò significa agire individualmente e creare la domanda pubblica che induca aziende e decisori politici a partecipare.

Il Global Footprint Network è un'organizzazione internazionale orientata nel promuovere la sostenibilità attraverso l' Impronta Ecologica, uno strumento di contabilità ambientale che misura quante risorse naturali abbiamo, quante ne usiamo e chi usa cosa.
http://www.footprintnetwork.org/it/index.php/GFN/page/at_a_glance/

Nel mondo odierno, dove l’umanità sta già oltrepassando i limiti di rigenerazione del pianeta, il patrimonio ecologico diventa sempre più critico. Ogni Paese ha il proprio profilo di rischio ecologico: molti sono ormai in deficit ecologico, con Impronte più grandi della propria capacità biologica. Altri dipendono pesantemente da risorse esterne che sono sottoposte ad una pressione crescente.
L’Impronta Ecologica é una strumento di contabilità delle risorse in grado di aiutare i Paesi a comprendere i propri bilanci ecologici fornendo loro i dati necessari a gestire le proprie risorse e rendere il proprio futuro più sicuro.
http://www.footprintnetwork.org/it/index.php/GFN/page/footprint_for_nations/
Le aziende che guardano avanti e gestiscono proattivamente i propri rischi e opportunità ambientali possono beneficiare di un rilevante vantaggio competitivo.
L’Impronta Ecologica viene usata per aiutare le aziende a migliorare la propria capacità di previsione del mercato, a definire il proprio indirizzo strategico, a gestire la propria performance ed a comunicare i propri punti di forza.
http://www.footprintnetwork.org/it/index.php/GFN/page/footprint_for_business/

Organizzazione Internazionale del Lavoro
Secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro nel mondo ci sono 5.500 morti al giorno a causa del lavoro. Dei 2,34 milioni di morti sul lavoro ogni anno, solo 321 mila sono dovuti a incidenti, gli altri due milioni muoiono per causa di malattie provocate dal lavoro. Inoltre ogni anno circa 270 milioni di lavoratori restano vittima di incidenti non mortali.


Dati delle migrazioni 2013
Dati sull’immigrazione 2013
http://esa.un.org/unmigration/documents/WallChart2013.pdf
Nel 2013, il numero di migranti internazionali nel mondo ha raggiunto i 232 milioni, con un incremento di 57 milioni, cioé del 33 per cento, rispetto al 2000.
L’Europa ospita il maggior numero di migranti internazionali (72 milioni), seguita dall’Asia (71 milioni) e dall’America del Nord (53 milioni).
Circa il 3,2 per cento della popolazione mondiale è costituita da migranti internazionali, rispetto al 2,8 per cento nel 2000.


La spesa militare nel mondo
La spesa totale in armamenti nel 2013 ha superato 1.747 miliardi di dollari. Questo equivale al 2,4 % del Prodotto interno lordo mondiale.
NazioneSpesa in miliardi di US$% sul PIL nazionale% sul totale
USA6403.8%37%
China1882.0%11%
Russia87.84.1%5%
Saudi Arabia679.3%3.8%
France61.22.2%3.5%
UK57.92.3%3.3%
Germany48.81.4%2.8%
Japan48.62.8%2.8%
India47.42.5%2.7%
South Korea33.92.8%1.9%
Italia32.71.6%1.9%
Brazil33.51.4%1.8%
Australia24.01.6%1.4%
Turkey19.12.3%1.1%
United Arab Emirates19.04.7%1.1%
Lo Stockholm International Peace Research Institute (Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma, SIPRI) è un istituto internazionale indipendente impegnato in ricerche sui conflitti, gli armamenti, e il loro controllo e disarmo.
http://www.sipri.org/research/armaments/milex/recent-trends
http://www.sipri.org/yearbook/2013/files/sipri-yearbook-2013-sintesi-in-italiano

Il Rapporto WWF sulla vita sul pianeta 2014
Le popolazioni di numerose specie di animali vertebrati (quindi mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci) si sono più che dimezzate in soli 40 anni
La biodiversità è una parte cruciale del sistema che sostiene la vita sulla Terra.
Il rapporto Living Planet Report 2014 è la decima edizione della pubblicazione edita ogni due anni dal WWF. Con il sottotitolo ‘Specie e spazi, gente e luoghi’ il rapporto monitora le popolazioni di oltre 10.000 specie di vertebrati dal 1970 al 2010 utilizzando il Living Planet Index – un database realizzato dalla Zoological Society of London.
Secondo il rapporto le popolazioni di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili sono diminuite del 52% dal 1970.
Le specie di acqua dolce hanno sofferto un declino del 72%, una perdita quasi doppia rispetto alle specie terrestri e marine. La maggioranza di queste perdite provengono dalle regioni tropicali in particolare dell’America Latina.
Secondo il Living Planet Report 2014, più di 200 bacini fluviali, dove vivono oltre 2,5 miliardi di persone, soffrono una grave scarsità d'acqua per almeno un mese ogni anno. Con quasi un miliardo di persone che già soffrono la fame, il rapporto mostra come il cambiamento climatico in sinergia con le modificazioni di uso del suolo , minaccia la biodiversità e potrebbe portare a ulteriori carenze alimentari.
http://www.wwf.it/news/notizie/?10840